Il Balivo porta il saluto di Como all’Imperatore Barbarossa e ordina ai propri capitani il giuramento di fedeltà. Fanno da contorno le esibizioni del Gruppo Musici e Sbandieratori di Tavernola, del Gruppo Danza Le Dame del Lago ed i rapaci della Compagnia Ali e Artigli.
Visite guidate all’interno della torre saranno a cura della Slow Lake Como.
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Gareggiano il Capitano di ogni borgo, con il supporto logistico e strumentale del gruppo degli Arcieri del Drago Alato di Cernobbio.
Foto di Marco Mason
La chiamano “la sentinella di pietra” e svetta lassù, sulle colline della Spina Verde, in una sorta di anfiteatro verde che racchiude la città di Como partendo dal basso Canton Ticino per spingersi fino a Montorfano. Ma il Baradello è qualcosa di più di una torre. E’ il degno “testimonial” di una città in cui il patrimonio storico e medievale è di assoluto valore. Non a caso fin dalla prima edizione il Baradello ha dato il nome e il simbolo al Palio. La collina del Baradello era conosciuta come una zona militare di fortificazioni erette per la difesa di Como fin dai tempi dei Romani e delle invasioni barbariche; del castello invece, le tracce sono decisamente più labili.
Le prime “impronte” nella storia del castello Baradello risalgono “solo” ai racconti dell’Anonimo Cumano che, descrivendo le battaglie della guerra decennale con Milano, menzionano il colle e le sue fortificazioni. Il castello Baradello comprendeva anche una chiesetta dedicata a San Nicola, due cisterne d’acqua, i locali di macina, il forno, alloggi e depositi. La celebre torre, oggi simbolo di Como, fu costruita su autorizzazione del Barbarossa nel 1156. La funzionalità del castello fu mantenuta fino al 1527 quando fu demolito dagli Spagnoli. Solo la torre sopravvisse. Dopo numerosi passaggi di proprietà, nel 1927 passò all’Ospedale Sant’Anna e successivamente fu donata al Comune di Como.