Fin dai tempi antichi i mulini o macinatoi furono una grande risorsa ed ebbero un ruolo fondamentale nella vita e nell’economia dei paesi fornendo il necessario sostentamento alle famiglie e agli animali. Adibiti alla lavorazione dei cereali utilizzavano la forza meccanica prodotta da un corso d’acqua. Gli ambienti naturali dove scorre il torrente Cosia hanno reso possibile l’uso dell’energia idraulica. Sino alla seconda metà del Novecento a Camnago Volta funzionavano ancora cinque mulini: il Longatti a Campora, il Trombetta vicino l’attuale Cimitero Nuovo, il Malacrida presso il Navedano, l’Arcellaschi in località Ravanera ed il Beretta sotto la cascina Paradiso, in via Navedano.
Una gloriosa schiera risalente all’età comunale, detti i mulini della Valle del Cosia, dove è ancora possibile leggere il rapporto tra uomo e natura respirando le atmosfere “di una volta”. Lungo la Valle del Cosia l’attività molitoria era antica; coeva alla presenza degli Umiliati che, dopo aver fabbricato i “pannilana” presso il ponte di San Martino, li tingevano e li sciacquavano nelle acque del torrente.
All’inizio di via Pannilani una targa marmorea indica che a circa km. 0,80 c’erano tre mulini; quando il Comune confinante con Como era Camnago S.Martino, tramutato in Camnago Volta (21- 04-1863) in omaggio ad Alessandro Volta qui sepolto. All’inizio degli anni Cinquanta del secolo scorso scomparvero quattro mulini e solo il Mulino Beretta (censito nel 1720) resistette alla concorrenza delle macine elettriche fino al 1983, anno in cui cessò l’attività, mantenendo però le sue attrezzature (tramogge,macine, ingranaggi, buratti). Esso è un vero cimelio, conserva intatti tutti gli apparati ed ha anche il primato di essere l’unico ad aver mantenuto la sua struttura originaria con tanto di ruota in legno esterna.
Questo mulino ad acqua, fonte energetica a basso costo, rappresenta un’arte ormai remota, tipica della Valle del Cosia e costituisce un patrimonio di memoria storica che deve restare indelebile per poter mostrare le “mascelle” delle vecchie macine da dove uscivano farine di tutti i tipi. La sua storia è antichissima: già all’epoca di Volta lì sorgeva un convento con mulino, acquistato dalla famiglia Beretta nel 1892.
Il mulino conserva ancora il fascino agreste dovuto all’attività di allevamento. Inserito in una tipica corte lombarda ad “u” (pare risalga ai Longobardi) ha all’ingresso, sulla parete sinistra, un antico affresco raffigurante la Madonna con il Bambino, Sant’Antonio Abate e San Rocco con gli angeli.
Dalla corte si può ancora ammirare la ruota a cielo aperto: quando era in funzione, dalla strada antistante scendeva un ruscelletto arginato che faceva scrosciare l’acqua a cascata sull’enorme ruota di larice. Oggi l’ultimo mulino del Cosia non potrebbe competere con le sofisticate macine elettriche e il suo destino ormai segnato sembra congiunto ad un dolore, appena lenito, dalla nostalgia di un tempo che non torna più e dalla possibilità di aiutare a ricordarlo a lungo e, magari, per sempre.
L’antico ponte medioevale in via della Pila a Camnago Volta è uno dei tanti simboli di questo borgo cittadino.I vecchi di Camnago Volta raccontano che questo era il ponte preferito da Alessandro Volta dove il grande scienziato avrebbe avuto perfino l’illuminazione dell’invenzione della pila.
Per chi è nato nel quartiere il ponte è un pezzo di memoria storica che ormai pochissimi possono tramandare. E’ di epoca medioevale ed è stato usato per attraversare via della Pila fino alla edificazione di quello attuale, costruito per far passare la linea del tram, inaugurata l’11 maggio 1912.
Negli anni successivi l’utilizzo del l’antico ponte è via via andato in disuso e i tempi in cui i contadini se ne prendevano meticolosamente cura è ormai lontano. Ma l’antico ponte medievale resiste: è ancora in piedi poiché le pietre a secco con cui è stato realizzato resistono all’usura degli agenti atmosferici.
Tuttavia, è sommerso da erbacce e arbusti e, proprio per questo suo degrado, si vede con fatica e quasi passa inosservato. Eppure i genitori degli attuali nonni lo attraversavano giocando e i contadini facevano altrettanto per andare nelle campagne di via Camnago Superiore, attraversandolo addirittura con il carro e non è diffi- cile immaginarli, soprattutto in primavera, in sosta sopra il ponte a contemplare il torrente con ai lati i lunghi filari di alberi da frutta che in primavera con la loro fioritura creavano un meraviglioso spettacolo della natura. (testo di Franca Ronchetti)
Il nome del borgo fu coniato nel lontano 21 aprile del 1863 grazie ad un Decreto reale. Camnago Volta inevitabilmente lega la propria fama allo scienziato Alessandro Volta, che proprio in questo verde quartiere di Como che oggi vanta poco più di 1600 residenti, compì ipropristudiscientifici.
Lo scienziato comasco era talmente affezionato alla terra in cui era nato che chiese ai propri cari di essere sepolto nel cimitero locale, dove moglie e figli fecero erigere in sua memoria un pregevole monumento d’arte in stile neoclassico. Camnago Volta si estende dalle pendici del monte di Bruntate fino ad abbracciare la valle del torrente Cosia ed è composto da più agglomerati urbani (Camnago centro, Camnago superiore, Campora, Ravanera, Roncaccio, Cà Rotta, Paradiso e Navedano).
Formerly known as Camnago San Martino, this borough situated on the hills of the Cosia Valley is now named after its most famous resident, Alessandro Volta, the inventor of the electric battery (1745-1827) and the celtic words meaning “residence of the lord”. It first joined the Palio in 2010. Its most relevant monuments are the villa and mausoleum of Volta, the parish church dedicated to St. Cecilia and the smaller church of St. Francis, ancient mills and furnaces as well as places of natural beauty, such as the Bottini Waterfall, gorges and the so-called “pots of the giants”.