Ingresso a Como dell'Imperatore Federico di Hohenstaufen detto Barbarossa

Arrival of Emperor Redbeard, welcomed by the bishop and the consul

Ingresso del Barbarossa in città

Sabato 16 Settembre ore 16:00

In piazza Grimoldi nell'area antistante al Vescovado l'Imperatore e l'Imperatrice saranno accolti dal Vescovo e dal Console della città.

Al termine della cerimonia di benvenuto si formerà un corteo che attraverso via Pretorio, piazza Verdi, via Maestri Comacini, via Vittorio Emanuele raggiungerà piazza Duomo dove i dignitari umilieranno alle Loro Maestà le chiavi della città. Dal balcone del Broletto l'Araldo leggerà l'Editto di Roncaglia. Il chierico Marcus Cumanus declamerà " la Ballata dei Lacustri".

Seguirà la cerimonia di nomina di tre damigelle, figlie della nobiltà cittadina, a dame di compagnia dell'Imperatrice. Di seguito si svolgerà la vestizione del Balivo che verrà elevato al rango di Cavaliere del Sacro Romano Impero direttamente da Sua Maestà Federico. Il Balivo nel suo nuovo rango ordinerà ai suoi Capitani di giurare fedeltà all'Imperatore. L'Imperatrice libererà bianche colombe ricevute in segno di pace e fedeltà.

Seguirà l'esibizione di un gruppo di Sbandieratori, i giullari dell'associazione Iannà Tampè chiuderanno il pomeriggio divertendo il pubblico con i loro lazzi e frizzi.

Federico di Svevia e Como, insiemE

Una storica unione tra il Lario e il Barbarossa

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(Waiblingen, 1122 - Saleph, 10 giugno 1190), imperatore del Sacro Romano Impero. Salì al trono di Germania il 4 marzo 1152 succedendo allo zio Corrado III, e fu incoronato Imperatore il 18 giugno 1155. Federico I Hohenstaufen, meglio noto come Federico Barbarossa nacque nel castello di Waiblingen, nella prima metà degli anni venti del XII secolo. Il padre, che portava il suo stesso nome, era Federico II duca di Svevia. La madre di Federico era Giuditta di Baviera. Federico nel 1147 succedette al padre come Federico III nel titolo di duca di Svevia, e nello stesso anno si aggregò allo zio Corrado III Re dei Romani, che guidò la seconda crociata assieme al re di Francia, Luigi VII. Alla morte di Corrado III, fu eletto re di Germania, prendendo il nome di re Federico I, all’età di circa trent’anni nel 1152.

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Alla dieta di Costanza, da lui indetta nel marzo del 1153, accolse anche gli ambasciatori dei Comuni di Lodi, Pavia e Como, venuti a implorare aiuto contro la prepotenza di Milano, che dopo aver distrutto Lodi e dopo aver vinto una guerra decennale contro Como (1127) ne limitava l’indipendenza e impediva lo sviluppo delle altre città. Nell’ottobre 1154 Federico partì dal Tirolo e scese in Italia alla testa di un piccolo esercito e, a novembre, convocò una dieta a Roncaglia (Piacenza) in cui revocò tutte le regalie usurpate dai Comuni sin dal tempo di Enrico IV. Federico distrusse alcune località minori come Galliate e alcuni Comuni maggiori come Asti e Chieri (consegnate poi al marchese di Monferrato, suo fedele vassallo, a cui si erano ribellate), poi fu assediata e rasa al suolo Tortona, alleata di Milano (quest’ultima aveva rifiutato le decisioni dell’imperatore e non aveva agevolato il passaggio delle truppe imperiali sul suo territorio).

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Nel giugno 1158, dato che Milano aveva ripreso ad agire con una certa autonomia, Federico decise per una seconda discesa in Italia, e, in luglio, accompagnato dal re di Boemia Vladislao II, alla testa di truppe più numerose, entrò in Italia (secondo la tradizione Barbarossa pernottò alla torre di Maggiana, nel comune alleato di Mandello del Lario sul Lago di Como). Sottomessa Brescia, dato inizio alla ricostruzione di Lodi, assediò Milano, obbligandola dopo un mese a sottoporre all’approvazione imperiale la nomina dei suoi consoli. Ma con il passare dei mesi Milano, così come Brescia e Crema, si ribellò e conquistò il comune di Trezzo. Federico chiese subito urgenti rinforzi, che arrivarono guidati da Enrico il Leone e dallo zio di entrambi Guelfo VI, che veniva a prendere possesso dei suoi domini in Italia. Erano accompagnati dall’imperatrice Beatrice di Borgogna. Nel marzo del 1159, pertanto, Barbarossa entrò a Como accolto ancora trionfalmente dalla popolazione e dal vescovo Ardizzone che gli consegnò simbolicamente le chiavi della città, mentre in luglio mise sotto assedio Crema, che si arrese dopo sette mesi e fu rasa al suolo. La lotta infuriò, con alterne fortune, su tutta la pianura lombarda, che fu devastata. Nella primavera del 1161, ricevuti rinforzi da Germania e Ungheria, Federico poté porre l’assedio a Milano che resistette per circa un anno, arrendendosi solo il 10 marzo del 1162.

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Foto di Marco Mason